Questo blog è nato in occasione di una polemica apertasi a Reggio Emilia contro chi vorrebbe togliere risorse pubbliche alla cultura a causa della crisi, con il risultato di costringere alla chiusura la Fondazione I Teatri, l'Istituto Superiore di Studi Musicali - AFAM "Achille Peri" e ridimensionando Fotografia Europea. Siamo i primi a invocare una razionalizzazione delle spese per preservare servizi essenziali, ma non può passare l'idea gretta che investire in cultura non abbia rilevanza sociale. La storia di Reggio Emilia è la dimostrazione dell'esatto contrario di tale equivocato e rudimentale modello di pensiero. Senza contare inoltre che laddove si investe in cultura, formazione e ricerca si dimostrano anche positive ricadute economiche per i territori, con tanto di valori del Pil più alti. Gli scenari economici, da quando Re_Pensante è nato, sono addirittura peggiorati, diventa allora ancora più importante presidiare i valori che ci ispirano.

LETTERE



Lettera aperta all’Assessore alla Cultura della Città di Reggio Emilia Giovanni Catellani

Caro Assessore,
confesso che i contenuti della tua intervista odierna alla “Gazzetta”, mi hanno lasciato di stucco.
Ma come, sta montando nella città una discussione sulla Cultura e sui Teatri come mai abbiamo avuto in questi anni, provocata dalle demenziali esternazioni dell’Assessore Sassi e tu non hai altro da dire che sei disposto a rimettere il mandato? Ma dico siamo matti? Hai forse deciso di fare come Roger Rabbit?
Io mi ricordo di un Giovanni Catellani presidente della Commissione Cultura che mi incalzava continuamente sulla necessità di rinnovare la politica culturale dei Teatri reggiani che a quei tempi mi onoravo di dirigere e ho ben sperato che questo avvenisse sul serio nel momento in cui hai assunto in prima persona la responsabilità dell’Assessorato alla Cultura. Molte delle idee che allora esprimevi le ho viste attuate e l’Assessorato sotto la tua guida non ha motivi di sentirsi ne mortificato ne depresso. 
In questi anni hai fatto semplicemente quello che un serio amministratore poteva fare coniugando innovazione e buongoverno in presenza di una situazione economicamente sempre più pesante causa il mutare delle situazioni generali del paese e delle sconsiderate scelte del Governo centrale.
Ora, sappiamo tutti che la situazione oggi è molto più drammatica e che chi come Reggio Emilia ha operato virtuosamente, si trova in difficoltà ben maggiori di molte altre realtà che non hanno nel tempo costruito quel complesso stato di servizi verso il cittadino che fa della nostra Città una eccellenza della quale siamo tutti orgogliosi. 
E’ tempo dunque di dare risposte adeguate a questa nuova durissima realtà che sappiamo resterà tale anche se si riuscirà mai a correggere, anche almeno in parte, le terribili scelte alle quali ancora una volta questo Governo ci mette di fronte.
Dalla Giunta della quale tu fai parte ci attendiamo ora non solo risposte all’emergenza ma idee e progetti che permettano di proiettare nel futuro il meglio dell’esperienza di governo alla quale anche tu hai offerto idee e contributi. Fa in modo che la tua esperienza di amministratore possa essere un patrimonio per tutti noi. Sai, tutti continueremo a vivere qui e ci preme molto conoscere come sarà in futuro questa nostra vita.
Cosa pensi che, noi semplici cittadini, ci si aspetti da coloro che ci governano? E tu, cosa ti aspetti da noi, comprensione? Hai avuto il grande privilegio di partecipare al governo di questa comunità. Ora ci aspettiamo che continui a farlo al meglio delle tue capacità restituendoci insieme al Sindaco Del Rio e ai tuoi colleghi fiducia nel futuro. Altro che dimissioni!
Il tuo collega Sassi sta affermando che l’investimento verso la Cultura è d’importanza marginale rispetto ad altri sevizi al cittadino. Hai comunque l’obbligo di prendere cappello su queste posizioni e di capire se questa idea scellerata (simile a quelle di Brunetta e Tremonti tanto per intenderci) è frutto di un colpo di sole o è condivisa dalla Giunta e dalle forze politiche che la sostengono. 
Tu e solo tu devi ora portare il dibattito su questi temi in modo che il confronto diventi serio. Stanali tutti e obbligali ad un confronto che tolga tutti noi dal torpore nel quale da tempo si vive. Così restituisci ai cittadini la fiducia che hanno riposto in te. Certo ci vuole voglia e coraggio, ma ti accorgerai, se seguirai questa strada, di quanto consenso troverai. Hai ancora il tempo giusto, prima della fine della Consigliatura, usalo.
Rifletti e non deluderci.
Un caro saluto

Bruno Borghi
Presidente Accademia Nazionale di Danza
Ex Direttore de “I Teatri”

Reggio Emilia 27.09.2011



LA LETTERA DEGLI STUDENTI DEL "PERI"

Leggiamo con perplessità l’intervista all’assessore Matteo Sassi apparsa sul vostro quotidiano sabato 17 settembre. Sottoscriviamo in pieno le parole dell’assessore quando al termine dell’intervista invoca un lavoro sulla cultura dei cittadini per non dare adito ad un pensiero fatto di rancore e di incultura. A maggior ragione ci stupiamo che l’assessore metta in dubbio l’utilità del finanziamento del Comune ad uno degli enti di cultura più importante di Reggio: ci riferiamo all’Istituto Musicale “A. Peri” nel quale da anni studiamo e dal quale alcuni di noi stanno per uscire, per accedere in mercati del lavoro (quello dei lavoratori dello spettacolo o della docenza nelle scuole) che sono quanto di meno promettente si possa immaginare. Il Peri non è solo un centro di produzione culturale ma è soprattutto un centro di formazione, nel quale si educano alla cultura musicale (che è anche, se non soprattutto, cultura dell’ascolto) molti giovani di Reggio Emilia e non solo. Per noi studenti il Peri non può essere incasellato fra quei beni di lusso di cui si può fare a meno e sui quali l’amministrazione comunale dovrebbe sentirsi affrancata dall’investire risorse, pur in una congiuntura economica drammatica per gli enti locali a causa dei tagli che subiscono dal Governo. A noi - e non solo a noi (e con questo ci sentiamo di essere in linea con altri studenti, genitori e docenti) -  l’Istituto Peri, per la sua alta qualità didattica, per la sua capacità di trasmettere esperienze e competenze, per i suoi progetti didattici all’avanguardia quali la propedeutica musicale e le orchestre dei ragazzi, sembra un bene necessario, non uno fra i tanti capitoli di spesa alla voce “cultura” che per colpa di una finanziaria ingiusta si può facilmente depennare. L’Istituto Peri è un istituto di formazione la cui chiusura (perché questa è il rischio, se si desse seguito a pensieri come quello dell’assessore Sassi) è un danno per ogni persona che vuol fare della musica il suo mestiere o anche solo una tappa della sua crescita personale, oltre che per tutti coloro che ne possano fruire, viste le numerose attività proposte dal Peri dentro e oltre i confini locali.  Noi studenti non rimarremo inerti davanti ai pensieri ed alle eventuali azioni che andassero in questa direzione, saremo pronti ad attuare tutte le forme di protesta a nostra disposizione nei modi che più ci competono: la Cultura e la Musica.

Gli studenti dell’Istituto Musicale “Achille Peri”

Gaetano Nenna
Lorenzo Baldini
Francesco Cultreri
Francesca Rodomonti
Giacomo Bigoni
Matilde Bondioli

Lucia Morini

Cecilia Bolognesi

Elde Lini

Samuele Riva

Marta Pancaldi

Cristina Noli

Michela Malinverno
Andrea Scaffardi
Alberto Magon
Emilio Zoppi
Stefano Stalteri
Chiara Schiatti
Martina Ferrari
Claudia Magnani
Stefania Serri
Matteo Ranellucci
Sara Rozzi
Eugenio Capitani




Lettera aperta al vicesindaco di Bagnolo sig. Daniele Ferrari


Sono un ventenne diplomato in chitarra classica dell'Istituto Superiore di Studi Musicali di Reggio Emilia e Castelnovo ne' Monti, sezione Achille Peri. Ho seguito con interesse le vicende mediatiche di questi giorni con protagonista il mio Istituto.
Senza sollevare inutili polemiche o ripetere cose che sono già state dette nella precedente lettera mandata a nome di molti studenti della scuola, vorrei fare alcune precisazioni su quanto si è letto sul Vostro giornale lunedì 26 settembre, dove riferite le opinioni espresse dal vicesindaco di Bagnolo in Piano Daniele Ferrari sulla vicenda.
Mi sembra che questi nel suo intervento faccia un certo numero di affermazioni piuttosto avventate, e comunque false e non condivisibili, frutto di una scarsa conoscenza della realtà dell'Istituto diretto dal M° Andrea Talmelli.

Prima di tutto, Ferrari si chiede quanti musicisti dell'Istituto si siano esibiti al Valli: probabilmente la sua scarsa conoscenza dell'ambiente musicale lo porta a credere che il Teatro Municipale abbia una propria orchestra fissa, come accade invece per altri importanti teatri italiani. 
Il Valli NON ha un'orchestra stabile, quindi per forza di cose i giovani diplomati dell'Istituto cominciano la loro carriera in altre orchestre italiane o straniere: se il sig. Ferrari avrà la voglia di fare una ricerca, scoprirà come molti musicisti usciti dall'Istituto siano oggi parte integrante di importanti orchestre, e come abbiano conseguentemente la possibilità di esibirsi in teatri anche più prestigiosi del nostro (pur eccezionale) Teatro Valli.
Teatro Valli nel quale si sono esibiti quasi 300 persone dell'Istituto lo scorso 1° giugno, nella grandiosa serata in cui sono stati eseguiti i "Carmina Burana" di Carl Orff, evento che ha avuto grande rilevanza mediatica e che è stato realizzato a "costo zero", con le sole forze dell'Istituto (insegnanti e studenti), il Coro dell'Università e il Coro di Gattatico. Questo contraddice clamorosamente l'affermazione di Ferrari, il quale sostiene che per la cultura a Reggio si spenda tanto ma male.
Non mancano neppure i solisti: un esempio lampante è il flautista Andrea Griminelli, attuale presidente del CdA dell'Istituto e solista di fama mondiale, prodotto del Peri.

Per quanto riguarda i "concorsi musicali", vorrei solo informarlo del fatto che il Peri in questi anni ha sfornato tantissimi vincitori di concorsi nazionali e internazionali, da chitarristi a violinisti a compositori, da fagottisti a pianisti a percussionisti, e via dicendo: anche in questo caso gli basterebbe informarsi presso gli archivi dell'Istituto. Il nostro è uno degli Istituti in Italia che ha mediamente più vincitori di concorsi, con alcune classi che sono delle vere e proprie eccellenze a livello nazionale: molto semplicemente a questi premi non viene data la risonanza mediatica che meriterebbero.

Infine, il sig. Ferrari afferma che "abbiamo dovuto aspettare l'Anci e il ministero della gioventù per cominciare a costruire un'orchestra giovanile nella nostra provincia". Ferrari ignora completamente che all'interno del Peri vi sono ormai da molti anni ben due orchestre giovanili di età differenti (frutto del grande lavoro delle insegnanti Gabrielangela Spaggiari e Irene Bonfrisco), che si sono esibite in numerosi importanti teatri italiani (per rimanere a Reggio, ricordo il concerto al Teatro Ariosto nella scorsa primavera per le celebrazioni del quarantennale del pareggiamento, o il concerto alla Sala degli Specchi del Valli con il violoncellista venezuelano Jonathan Guzman), riscuotendo sempre grande successo.
Ma citare i grandi successi degli allievi del Peri, e di conseguenza i grandi meriti dell'Istituto che ha prodotto questi elementi, è persino riduttivo, in quanto i veri grandi meriti del nostro Istituto sono dimostrati dal crescente numero di iscritti (che ha superato ormai le 800 unità, anche grazie al grande lavoro compiuto sulla propedeutica musicale), che testimonia l'eccezionale contributo che l'Istituto ha fornito all'elevazione del livello culturale (e non solo musicale) della nostra città. Questo è merito di chi ha sempre creduto nell'importanza di una istituzione di questo tipo, ormai unanimente riconosciuta come una scuola di alto prestigio in tutta Italia.

Mi meraviglia il fatto che un vicesindaco rilasci pubblicamente dichiarazioni così trancianti, senza essere informato su quello che succede a pochi chilometri da casa sua.
Conclusivamente, credo che si possa affermare l'esatto contrario di quanto detto dal sig. Ferrari: per il "Peri-Merulo" a Reggio si è speso molto poco, soprattutto in relazione ai grandissimi risultati ottenuti.
Giacomo Bigoni

I contributi pubblici alla cultura sono fondamentali,
ma nella nostra città manca soprattutto la politica culturale.

Caro direttore, ero presente alla biblioteca Multiplo di Cavriago, il nuovo centro culturale inaugurato di recente, quando si è discusso dei servizi culturali del futuro, e ho chiesto a Sergio Dogliani, ideatore dell’Ideastore di Londra, biblioteca di successo che contiene tantissimi servizi per il pubblico, se anche loro hanno contributi privati. Mi ha risposto che tutti i finanziamenti sono pubblici e che ci sarebbe una sollevazione popolare se tali non fossero. Intanto i bibliotecari delle città italiane raccontavano le piccole furbizie messe in atto per ottenere aiuti privati, evitando ingerenze.

Ho pensato che se gli sponsor offrono qualche centinaio o migliaio di euro, forse si accontentano di esporre il loro marchio o un acquerello, ma se offrono di più, sicuramente vorranno qualcosa in cambio: appalti, variazioni urbanistiche o cos’altro? Da decenni un’ossessiva campagna mediatica, in tutto il mondo, spiega che il privato è meglio del pubblico, è efficiente e ci libererà dallo Stato che mette le tasse, è un benefattore che ci renderà tutti ricchi. Oggi siamo approdati in questa terra promessa e non mi sembra così conveniente, ma se nel paese liberista della signora Margareth Thatcher le biblioteche hanno solo finanziamenti pubblici, noi invece insistiamo sulla strada dei favori e degli scambi, che in Italia porta solo corruzione infinita. Dicono che il debito pubblico è causato dall’aver vissuto sopra le nostre possibilità: allora perché fare debiti con i privati per continuare come prima? Forse è venuto il momento di eliminare gli orpelli vistosi e concentrarsi sul contenuto.

Qualcuno in città ha chiesto che si discuta di cultura, ma la cultura non è in discussione, occorre parlare piuttosto della mancanza di una politica culturale. Sono contraria ai tagli, ma di cosa si sta parlando? Dei progetti personali dell’assessore comunale alla Cultura Giovanni Catellani che non sopporta le critiche e pesta i piedi stizzito perché il sindaco Graziano Delrio lo consoli? Della cultura, che il sindaco divide in bassa e alta, da perfetto incolto? Della confusione mentale del vicesindaco di Bagnolo Mara Maurino («Se non esce un Mozart chiudiamo le scuole improduttive», con evidente riferimento all’istituto musicale Peri) o delle esternazioni dell’assessore comunale al Welfare Matteo Sassi che parla in codice a noi perché la giunta intenda? (il vicesindaco di Bagnolo è Daniele Ferrari, Mara Maurino è vicesindaco di Bagnolo Piemonte ndr)

Nel dibattito ho letto molta retorica e sciocchezze, ma soprattutto ho capito chiaramente che si stanno tagliando pesantemente i servizi sociali, cioè non semplicemente la cultura ma proprio la civiltà. I servizi più belli del mondo saranno privatizzati, mentre si difende la scenografia dei grandi eventi, che però grandi non sono. Ecco cosa produce, anche nella nostra città, la mancanza di cultura e di democrazia.

Lorenza Franzoni (Al Giornale di Reggio del 3/10/11)

2 commenti:

  1. Che lavoro fa questa Lorenza? Grazie

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  2. Lorenza Franzoni è attiva da almeno trent'anni sul territorio come apprezzata animatrice culturale, attrice, cabarettista, e interviene di frequente sugli organi di informazione con le proprie opinioni a proposito di temi di rilevanza politica e socio-culturale.

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