Questo blog è nato in occasione di una polemica apertasi a Reggio Emilia contro chi vorrebbe togliere risorse pubbliche alla cultura a causa della crisi, con il risultato di costringere alla chiusura la Fondazione I Teatri, l'Istituto Superiore di Studi Musicali - AFAM "Achille Peri" e ridimensionando Fotografia Europea. Siamo i primi a invocare una razionalizzazione delle spese per preservare servizi essenziali, ma non può passare l'idea gretta che investire in cultura non abbia rilevanza sociale. La storia di Reggio Emilia è la dimostrazione dell'esatto contrario di tale equivocato e rudimentale modello di pensiero. Senza contare inoltre che laddove si investe in cultura, formazione e ricerca si dimostrano anche positive ricadute economiche per i territori, con tanto di valori del Pil più alti. Gli scenari economici, da quando Re_Pensante è nato, sono addirittura peggiorati, diventa allora ancora più importante presidiare i valori che ci ispirano.

martedì 27 settembre 2011

Il politichese delle affermazioni dell'assessore Sassi

Nella prima intervista pubblicata dalla Gazzetta di Reggio, l'assessore Matteo Sassi ha inserito tra frasi apparentemente ragionevoli e aperte un concetto devastante che successivamente non ha più riformulato, forse viste le reazioni che ha ovviamente provocato. Perché alcuni cittadini si sono mostrati inconsapevoli della gravità di quella frase precisa e hanno preso le sue parole tutto sommato come non allarmanti?



Esiste un artificio retorico che si chiama "trasbordo ideologico inavvertito" e consiste nel creare un contesto empatico che fa abbassare le difese logiche e critiche a chi ascolta, o legge, o guarda per poi far passare come in un cavallo di Troia quello che si vuol far passare, in modo che possa far presa. Un giochetto già noto ai Gesuiti e sfruttato da tutte le forme di propaganda dei secoli successivi, ivi comprese le dittature del '900 e di questo millennio. Sarà un caso, ma la conduzione retorica del discorso di Sassi mostra certe attinenze a tale artificio.

(l'intervistatore) Sentiamo: lei dove andrebbe a tagliare?


(Sassi) «Non parlo di tagli né di chiusure. Mi chiedo piuttosto se in questo particolare frangente sia opportuno per il Comune sostenere I Teatri o l’Istituto Peri. Penso ad esempio a una tassa di soggiorno che finanzi Fotografia Europea».

Come possiamo non ravvisare una contraddizione in chi afferma un attimo prima rassicurante di non parlare "né di tagli né di chiusure" e la frase dopo ventila che il Comune tagli il proprio sostegno a due strutture che sa benissimo sarebbero così costrette a chiudere?

Nei giorni successivi, riferendosi all'assessore, taluni hanno hanno ridicolmente parlato del "merito di aver aperto un dibattito". Certo per aprire un dibattito si può fare un'osservazione stimolante e da quella parte una discussione, ma che ci sia del merito ad aver aperto una discussione perché si è fatta un'affermazione incontrovertibilmente e inequivocabilmente rozza (l'assessore Sassi non poteva non sapere che senza il sostegno del Comune queste due strutture sarebbero condannate alla chiusura senza sé e senza ma), beh ci chiediamo di quale merito si possa parlare. Il merito semmai sta in chi ha notato quel concetto inchiodando l'assessore alle sue affermazioni e costringendolo al dibattito.

Davanti a questo scenario ci siamo sollevati immediatamente. Il nostro documento ha voluto opporsi a un'affermazione precisa e chiara dell'assessore. La di lui replica nella quale ci accusa di non essere stati propositivi su cosa fare è quindi metodologicamente non pertinente, così come non sta né in cielo né in terra un'altra accusa che ci ha di conseguenza mosso: cioè di essere noi soddisfatti dell'attuale stato delle cose e di esserci chiamati fuori dal fornire un contributo. Sulla base di cosa ha tratto queste conseguenze? Chi l'ha detto che "va già tutto bene" come ci ha attribuito Matteo Sassi, noi forse? Siamo i primi a voler cambiare per migliorare, certo non ci sta bene cambiare nella direzione da lui indicata con quella frase!

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