Questo blog è nato in occasione di una polemica apertasi a Reggio Emilia contro chi vorrebbe togliere risorse pubbliche alla cultura a causa della crisi, con il risultato di costringere alla chiusura la Fondazione I Teatri, l'Istituto Superiore di Studi Musicali - AFAM "Achille Peri" e ridimensionando Fotografia Europea. Siamo i primi a invocare una razionalizzazione delle spese per preservare servizi essenziali, ma non può passare l'idea gretta che investire in cultura non abbia rilevanza sociale. La storia di Reggio Emilia è la dimostrazione dell'esatto contrario di tale equivocato e rudimentale modello di pensiero. Senza contare inoltre che laddove si investe in cultura, formazione e ricerca si dimostrano anche positive ricadute economiche per i territori, con tanto di valori del Pil più alti. Gli scenari economici, da quando Re_Pensante è nato, sono addirittura peggiorati, diventa allora ancora più importante presidiare i valori che ci ispirano.

mercoledì 23 novembre 2011

Stati generali della cultura del PD ignorati dai media

Silenzio assordante dei quotidiani locali sugli stati generali della cultura del Pd svoltisi lunedì sera al teatro Orologio. Un segno dei tempi? L'incontro si intitolava "Con la cultura non si mangia però si cresce". A proposito di cultura e welfare citiamo un passo del documento del Pd: «Gli operatori della cultura sono prima di tutto lavoratori. In questi mesi una volgare campagna
politica li ha raccontati come parassiti assistiti e privilegiati. Restauratori, archeologi, storici dell’arte, masse artistiche e tecniche, maestranze, autori: mentre la crisi economica infuriava, decine di migliaia di precari si sono sentiti non solo abbandonati, ma persino insolentiti da chi aveva il compito di occuparsi di loro. Parliamo di più di mezzo milione di lavoratori in larga parte esclusi da ogni forma di tutela e welfare. La cultura è (anche) lavoro e l'effetto dei tagli è (anche) disagio sociale e precarizzazione dei destini individuali». (La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura. Proposta approvata dall'Assemblea Nazionale del PD - Roma, febbraio 2011)

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