Questo blog è nato in occasione di una polemica apertasi a Reggio Emilia contro chi vorrebbe togliere risorse pubbliche alla cultura a causa della crisi, con il risultato di costringere alla chiusura la Fondazione I Teatri, l'Istituto Superiore di Studi Musicali - AFAM "Achille Peri" e ridimensionando Fotografia Europea. Siamo i primi a invocare una razionalizzazione delle spese per preservare servizi essenziali, ma non può passare l'idea gretta che investire in cultura non abbia rilevanza sociale. La storia di Reggio Emilia è la dimostrazione dell'esatto contrario di tale equivocato e rudimentale modello di pensiero. Senza contare inoltre che laddove si investe in cultura, formazione e ricerca si dimostrano anche positive ricadute economiche per i territori, con tanto di valori del Pil più alti. Gli scenari economici, da quando Re_Pensante è nato, sono addirittura peggiorati, diventa allora ancora più importante presidiare i valori che ci ispirano.

DOCUMENTI


Il documento a 17 firme inviato alla Gazzetta di Reggio

Sabato 17 settembre u.s., la Gazzetta di Reggio ha pubblicato un’intervista all’Assessore alle Politiche sociali del Comune di Reggio Emilia Matteo Sassi. Successivamente a un confronto sui temi sollevati, riferibili alla razionalizzazione dell’impiego di risorse del Comune su vari fronti del sociale e dei servizi culturali, i sottoscrittori del presente documento, appartenenti all’ambiente artistico intellettuale della città, hanno ritenuto d’intervenire pubblicamente per difendere valori che si pongono in deciso contrasto con alcune delle tesi sostenute dall’assessore Sassi.

Alla precisa domanda dell’intervistatore "Sentiamo lei dove vorrebbe tagliare?" l’assessore Sassi ha risposto: “Non parlo di tagli né di chiusure. Mi chiedo piuttosto se in questo particolare frangente sia opportuno per il Comune sostenere I Teatri o l’Istituto Peri. Penso ad esempio a una tassa di soggiorno che finanzi Fotografia Europea”.
Noi allora ci chiediamo: cosa significa affermare l’inopportunità di un sostegno, se non dichiarare l’auspicio che sia interrotto, cioè tagliato, o di essere comunque aperti a tale eventualità? Può ignorare l’assessore Sassi che senza il contributo del Comune, in nessun modo le tre realtà da lui citate potrebbero sopravvivere e sarebbero dunque condannate alla chiusura? Reggio Emilia resterebbe senza i Teatri, senza l’unico evento d’arte attualmente di richiamo nazionale e internazionale, senza il Conservatorio di musica.

Cosa unisce queste tre realtà – un evento, un servizio, una scuola – che Sassi nella sua visione “sociale” vorrebbe dismettere pensando di razionalizzare l’uso delle risorse pubbliche? La cultura. Ecco la ratio di Sassi: siccome con la cultura non si mangia, in tempi di crisi, per non perdere servizi essenziali alle persone, si può anche decidere di tagliare pesantemente nella cultura.
Ma non è questo denominatore comune, la cultura, il valore che il leader del suo stesso movimento politico Nichi Vendola difende con caparbietà e difficoltà di bilancio nel suo ruolo di governatore della regione Puglia? Non è Sassi in una posizione di manifesta incoerenza e contraddizione?

Riteniamo le affermazioni di Sassi regressive e inaccettabili. È triste constatare che un giovane politico, scadendo in posizioni demagogicamente populiste, proponga una visione che disgiunge due valori, quello di una società dove i cittadini sono tutelati nei loro diritti e nei loro bisogni essenziali e quello del diritto alla formazione e alla cultura, che sono sempre stati i punti di riferimento di chi, in questa città, ha saputo dal Dopoguerra dare vita a esperienze pubbliche di eccezionale civiltà.

Il Peri è una scuola, eroga corsi di propedeutica a bambini di 7 anni fino agli studenti universitari che laurea; è l’altra università di Reggio, una realtà di fondamentale importanza per migliaia di persone, tra bambini, giovani studenti, famiglie, insegnanti, personale non docente e fruitori dei momenti di relazione tra le sue attività e il territorio. La consapevolezza della valenza educativa, formativa, e socializzante del fare musica è uno dei patrimoni di questa città e anche per questo il Peri, e i percorsi didattici che lo caratterizzano, rappresenta  già oggi un punto di riferimento per l’intero Paese.
I Teatri di Reggio Emilia non sono un evento culturale e neanche una mera serie di eventi: i Teatri sono un servizio culturale. Offrono un servizio alla cittadinanza: è in quest’ottica di servizio che, nel 1957, sono stati presi a carico dalla gestione pubblica. Se i Teatri chiudessero, i cittadini di Reggio Emilia non potrebbero più assistere a centinaia di spettacoli annuali fra prosa, concerti di musica non solo classica, lirica, danza, teatro ragazzi e altre iniziative.

Il Festival della Fotografia Europea è un evento culturale, fa lavorare tantissimi giovani per mesi ed è un progetto di partecipazione attiva della città. A moltissimi piace, ad alcuni no. Se ne può discutere, ma proporre, come fa l’assessore, di istituire una tassa di soggiorno per finanziarlo è quantomeno singolare. Se infatti uno degli scopi primari di Fotografia Europea è incrementare il flusso turistico a Reggio Emilia, andare a gravare con una tassa sul comparto turistico stesso sarebbe oggettivamente una contraddizione (Reggio Emilia non è Firenze). 

Smarrire il valore della cultura come presidio della civiltà è l’inizio della fine per una società. Non è quello che ci dimostra ogni giorno la decadenza del nostro Paese, ove negli ultimi decenni s’è radicata una temperie consumistica, di cinismo e individualismo e imperversa un’azione mediatica capace di ottundere le coscienze creando disvalori, priorità fittizie e vacue proprio per le circostanze di un impoverimento culturale che ha trasformato i più in vittime inconsapevoli e vulnerabili delle peggiori strumentalizzazioni?

Le città vicine difendono le proprie istituzioni culturali in tempi di crisi e noi ci vogliamo avviare alla marginalizzazione nello scenario regionale chiudendole? La concezione secondo cui con la cultura non si mangia e che la cultura sia un mero costo è smentita da tutti quei Paesi che in tempi di grave crisi come questa continuano anzi a investirvi. La cultura e la ricerca sono tra i motori dell’economia. Lo smantellamento di queste realtà alla fine si tradurrebbe paradossalmente in un costo per la comunità, non in un risparmio. L’assessore Sassi è tecnicamente in errore.

La cultura porta tenuta sociale, è un costituente fondante, enzimatico ed edificante della società, non un versante voluttuario e opzionale negli aspetti di civiltà e qualità del consorzio umano.
Reggio Emilia ha sempre saputo sviluppare esperienze innovative uniche in Italia proprio al punto d’incontro fra i valori sociali e quelli artistico-culturali. Ci auguriamo che le parole dell’assessore Matteo Sassi non siano gli avamposti programmatici di una temperie avanzante di scadimento complessivo della classe dirigente di questa città e che chi la governa sappia dar vita a un progetto illuminato che si ponga ben al di sopra di questi pseudo utilitarismi ragionieristici di corto respiro.

A questo proposito apprezziamo i concetti espressi dallo stesso sindaco Delrio nell’intervista uscita mercoledì 21 settembre, che ci pare giustamente comprendere il valore culturale ma anche fortemente sociale della conservazione di realtà come quelle rappresentate dal Peri e da I Teatri.

Vasco Ascolini,
Carlo Baja Guarienti,
Dina Bartoli,
Bruno Borghi,
Ilaria Carmeli,
Alessandro Di Nuzzo,
Fausto Davoli,
Maurizio Ferrari,
Federica Fontanesi,
Daniela Iotti,
Marco Montanari,
Renato Negri,
Laura Pazzaglia,
Paolo Perezzani,
Quintilio Prodi,
Corrado Sevardi,
Stefano Tincani.

NUOVI FIRMATARI

Alessandra Anceschi, Enrico Baraldi, Ileana Benevelli, Filippo Bianchi, Giacomo Bigoni, Matilde Gaia Bondioli, Paolo Borgognone, Giorgio Campanini, Andrea Canova, Paolo Lazzaro Capanni, Mariuccia Cappelli, Rossana Chiti, Laura Costi, Fabio De Sanctis De Benedictis, Linda Eroli, Fabio Ghizzoni, Carlo Heissenberg, Chiara Manicardi, Federico Marri, Annalisa Masselli, Davide Montanari, Gaetano Nenna, Roberto Orosei, Carlo Perucchetti, Silvia Perucchetti, Alessandro Polito, Matteo Ranellucci, Francesca Rodomonti, Armando Saielli, Simone Sgarbanti, Ettore Schiatti, Ester Seritti, Alessandra Vicentini.

Il link al documento pubblicato dalla Gazzetta di Reggio